Marina Pizzarelli, 2022
THALATTA
«Dopo che i primi giunsero in vetta e videro il mare, levarono alte grida. Nell’udirle, Senofonte e i suoi soldati della retroguardia pensarono che fossero stati attaccati da altri nemici. Erano infatti incalzati alle spalle dai popoli cui avevano bruciato i campi (…). Tuttavia, poiché le grida si facevano sempre più intense e vicine, i soldati che man mano arrivavano accorrevano verso i compagni che continuavano a urlare; tanto più forte si faceva il clamore quanti più ne arrivavano (…). Fu allora che sentirono i soldati urlare thalatta thalatta: il grido rimbalzava di bocca in bocca. Anche tutta la retroguardia si mise a correre e persino le bestie da soma e i cavalli furono spinti al galoppo. E quando infine tutti furono sulla vetta si abbracciarono l’un l’altro piangendo di gioia» (Senofonte, Anabasi, IV, 7, 21- 25).
Thalatta in greco antico è il mare, quell’elemento della natura che connota in modo assoluto il lavoro pittorico e la vita di Yulia Solod. Nata a Ussurysk, nella baia di Zolotoj Rog sull’Oceano Pacifico, nell’estremo est della Russia, oggi vive per parte dell’anno in Salento, sulla sponda del Mediterraneo Adriatico, Mare Nostrum.
Come l’omerico Odisseo «dal molto errare», la nomade Yulia tende all’approdo nell’Itaca meta della poesia di Konstantinos Kavafis. La strada si allunga davanti ai suoi passi e gli scenari cambiano in un susseguirsi di circostanze che spingono ad andare oltre, verso il finis terrae e fino al mare che l’avvolge. Come a voler risalire all’origine della vita, quella che nacque dal mare, da cui maturò l’archetipo antropologico.
Tema unico e sostanziale della pittura di Yulia Solod è il mare, un mondo misterioso in cui nuotano piovre, meduse, millepore, coralli, plancton, conchiglie… da cui è estranea la terra, assente la costa, la veduta paesaggistica, e la presenza umana si intuisce solo da alcuni segnali allarmanti, da tracce estranee, inquietanti, distruttive. Dalle memorie e glorie del passato, dal dialogo solenne tra uomo e natura, al degrado e smarrimento del presente.
L’azzurro da sempre legato nell’arte e nella memoria al naturalismo marino, all’ovvio legame tra il mare e il suo simbolo cromatico, il blu «mediterraneo» che ha abitato la pittura di Matisse, Picasso, Yves Klein, è oggi un sogno o un brivido in blu. Qui appare il buoi, il nero di un’acqua torbida che ha perso la sua limpidezza, il suo mitico azzurro, a segnalare inarrestabile scempio che gli esseri umani compiono sulla vita che sorge dai fondali marini.
La pittura di questa artista, fatta di materiali eloquenti, poveri ma sensoriali, tattili, esprime la sua strategia di approccio al reale, il suo abitare la natura, quella marina, lo starci dentro.
Un fenomeno peculiare di questa ricerca è senz’altro l’uso espressivo dei materiali. Materie organiche, scarti ripescati dal mare salentino di San Foca — plastica, schiuma da costruzione, tessuti, vetro, legno, gesso, conchiglie, coralli, pietre, sabbia e altro — sono il tramite per esprimere la ctonia energia vitale della natura.
Ora è la pittura materica di Yulia Solod, frutto di sofisticate alchimie, diaboliche nelle loro infinite possibilità e perlustrazioni, a inseguire il mondo marino tra le acque, nei fondali, tra le spume, i frutti, le onde e i marosi… E il soggetto raffigurato (animale marino o altra presenza) sta lì, eloquente nella sua consistenza reale e al contempo latore di una densità simbolica fortemente evocativa.
Il carattere «forte» dei materiali concede tuttavia una compenetrazione armonica tra pieno e vuoto, tra l’esperienza polimaterica e le pause formali. Si avvertono le impellenze creative realizzate in audaci slanci combinatori, in cui l’idea dell’artista è realizzata senza approssimazioni. C’è una padronanza tecnica che le permette di sperimentare le possibilità dei vari materiali fino alla resa ideale, in un impasto cromatico e tattile ricco, corposo, brillante.
Per Yulia questo colore è anche sprofondamento interiore, immersione nel silenzio, navigazione lenta tra ombre liquide, da cui emergere come una creatura marina. Come misteriosa sirena.
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Daniela Rollo, 2022
YULIA SOLOD è un’artista che nasce a Ussuriisk e vive fra Mosca e l’Italia, a San Foca, una piccola località marina del Salento. Costruisce il suo percorso artistico, attraverso un passionale rapporto fra il suo fare Arte e gli Studi di formazione per una conoscenza tecnico-culturale sempre più completa.
Protagonista della Mostra “Thalatta”, espone dipinti e opere plastiche, realizzate spesso con l’uso di materie spiaggiate, tracce di un’operazione salvifica per un ambiente ormai inquinato.
Yulia Solod, ha l’energia dell’artista in continua evoluzione, verso la ricerca di un linguaggio dove approdare e costruire le sue “Opere per l’Arte”, attraverso una perenne necessità di manipolare materie e colori.
Il mare è la parte del mondo che ama di più e di esso propone visioni pitto-plastiche, che attraverso la restituzione fotografica, appaiono come vetrini al microscopio che ne evidenziano la natura più vera. Un mare che spesso non è paesaggio, ma opera di denuncia come un articolo di giornale che lancia il messaggio più crudo di un mare nero e inquinato, spesso melmoso e fermento, che conduce ad un immaginario che appartiene ad un presente senza ritorno, pur se a volte, il suo mare, è luogo turchese abitato da conchiglie, alghe e meduse policrome che lasciano sperare in nuove trasparenze.
“Help” è il titolo di una sua opera in mostra, realizzata nel 2020; una verde bottiglia di vetro incastonata su un fondo di neri colori acrilici, è portatrice di un segreto messaggio, un grido di aiuto, versato nel nero di un mare profondo; troppo lontano nel tempo per essere presagio di una guerra annunciata.
Guerriera si muove nel mondo, verso una vittoria che l’aspetta da sempre, come un Nettuno dei mari del Nord, trova pace e ispirazione nel caldo mare del Sud.
Un altorilievo, dal Titolo “Self – Portret” (Autoritratto), è un’opera che ironicamente la rappresenta, realizzata attraverso un’azione performativa. L’artista sottopone il suo volto ad una resistenza al calore di una colata di gesso, e realizza una maschera che insieme a materie plastiche fuse e applicate su un piano, completano l’opera.
Con un Volo fra i difficili Cieli di Mosca, raggiunge i Luoghi Storici espositivi di Lecce, per un lungo periodo di incontri per l’ Arte Contemporanea.
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FRANCESCO GIULIANI, 2016
Every work of art is the child of his time and, perhaps, the mother of our feelings (Kandivsky). This reflection has led and leads all critical considerations and assessments that define an artistic value. Yulia Solod is an artist with a solid curriculum, ranging from academia to design, from frequenting various schools of art at exhibitions in galleries and exhibitions. It could call that a collage teacher. Following a single photographic observation of works, known to his artistic expression is very personal and meaningful. Look to the European avant-garde figurative experiences and those of more established and known informally and American abstract art. In some of his works are assembled various materials (shells, ropes …. Etc.). I can think of Enrico Baj, nuclearists Italian Trai best-known twentieth century, which used various materials, including shells, in a different composition from that of Solod, which instead uses color in a very pronounced and generous. I am reminded also Jorge Eielson, well-known poet and Peruvian artist is rewriting at this time, it applied to the support ropes in the forms and in various ways. And then the works of purely coloristic Solod have a color scanner with a very obvious use of the primary; We can talk, in some works of a primordial Big Bang origin of the universe; they offer us an image of energy and vitality and I think are really unique and remarkable visual impact. In confirmation of the artist’s versatility, in various photographs a landscape known by «metaphysical» flavor and another landscape with a construction of the work that refers to one of the artists I most studied and appreciated: Mario Sironi. The similarity with the buildings of his famous «urban landscapes» surprises me and fascinates me, with the use of typical Milanese artist yellow. In the artist’s works, therefore, it is clear the need of the movement, the belief that the matter gives rise to an idea and that the color identifies it and makes it unique; the Solod does not follow fashion, because she knows that the success that it would assecondandole, it would be entirely provisional and ephemeral.
Maestro Arnaldo Miccoli, 2016
Nonostante si stia vivendo uno dei periodi più caotici dell’arte contemporanea, una giovane artista si affaccia con prepotenza sulla soglia dei nuovi talenti in Italia.
Yulia Solod artista di origine russa, poliedrica, instancabile e affascinante non poteva non essere attratta dalle bellezze della nostra penisola e della sua arte, ed e’ cosi che si presenta in Italia la FROM RUSSIA WITH LOVE» alla GALLERIA CAPECE DI MAGLIE» nel 2016.
Il suo arrivo segna la partecipazione a molte manifestazioni, con mostre collettive e personali riscuotendo un enorme successo di critica e di pubblico.
Le sue opere pur non appartenendo a scuole o accademie, si inseriscono nello scenario artistico attuale con precise connotazioni.
L’uso della materia nelle sue tele da forma a crateri lunari in eruzione e a fondali marini in continua disgregazione, contaminati dall’incessante accumularsi di liquami e discariche di residui di ogni genere.
ll continuo viaggiare dell’artista ha contribuito ad arricchire sempre più di nuovi e originali elementi il suo bagaglio artistico.
La presenza di oggetti quali: conchiglie, rami, occhiali lampadine e maschere sapientemente collocati sulle tele conferiscono ai dipinti un aspetto tridimensionale, l’accostamento dei colori conferisce alle opere una atmosfera magica e senza tempo.
Il suo stile lontano da modi e tendenze riesce a dare ai suoi dipinti grazie alla declinazione di elementi organici un aspetto molto più ampio del reale.
Non possiamo pensare che la produzione pittorica della Solod si esaurisca con le attuali ricerche; il suo continuo rinnovarsi la porta ad esplorare nuove avenues pittoriche e ad arricchire con preziosa maestria di forme e colori le sue tele.
Una certa atmosfera psichedelica tende ad ogettualizzare le sue opere restando fedele ad una costante circolarità. Cosa possiamo aspettarci da questa giovane artista nel prossimo futuro? Certamente le risorse di Yulia lungo il suo iter artistico saranno sempre più cariche di elementi innovativi e di nuovi soggetti pittorici capaci di stupire lo spettatore.
Critico d’Arte Prof. VINICIO COPPOLA
Estratto dell’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 03 novembre 2016 a firma del Critico d’Arte Prof. Vinicio Coppola dal titolo «L’AMATA RUSSIA DI YULIA SOLOD»
ORIGINALE MANIFESTAZIONE PER LA MOSTRA, FRA MATRIOSKE……
«Simpatica manifestazione l’altra sera per la Mostra di Yulia SOLOD, per la cura di Enrico Gigante, nella Galleria d’arte «Capece» di Maglie. Dalla Russia, con arte e con amore, con i dipinti ammiratissimi della pittrice delle steppe che è riuscita a inserire nelle sue opere i colori e la luce della Puglia………………
Brindisi a più riprese, dunque, che hanno scandito vieppiù — grazie all’apporto del sindaco di Maglie Enesto Toma, del vicesindaco Marco Sticchi e del sindaco di Cavallino, Bruno Ciccarese — il clima di vivace festosità, tenuto a battesimo, sin dalle prime battute, dal past — governor del Distretto Rotary 2120, Rocco Giuliani.
Comunque, a tenere banco, bisogna riconoscerlo, sin dagli esordi, sono state le accattivanti performance realizzate dalla pittrice Yulia che è riuscita ad esprimere il suo amore per l’arte spaziando da omaggi e riferimenti al grande Mario Sironi, il cantore delle periferie urbane, al manierista Arcimboldo con assemblaggi di conchiglie, madrepore e sassolini raccolti lungo gli arenili, per dar vita a volti arciboldeschi che, nella Praga del Seicento, mandavano in tilt l’imperatore Rodolfo II…………
Non mancano, inoltre, affondi nel » puntinismo » di Paul Signac e Georges Seurat che non si fonda sull’impressione ma sulla riflessione, non sull’attimo fuggente ma sull’attimo immobile………. »
Estratto dell’articolo pubblicato sul Quotidiano di Bari del 16 maggio 2017 a firma del Critico d’Arte Prof. Vinicio Coppola dal titolo:
«DOPO I MURALES LA PITTRICE DELLE STEPPE VUOLE MOSTRARCI IL SUO PERCORSO CREATIVO »
Curatore della rassegna che chiuderà i battenti il 31 maggio, il dott. Enrico Gigante.
«La bella e brava Yulia Solod è di nuovo sulla breccia dopo il felice esordio dei suoi murales a Lecce, alla Fiera Nazionale Externa, svoltasi alla fine di aprile, fiera nella quale la pittrice russa si è fatta ammirare per i suoi dipinti giganteschi che possono essere realizzati sui muri degli edifici in qualsiasi ambiente: nelle dimore private ma anche in hotel, ristoranti, pub,piscine e scuole.
Ed ora? Ed ora, sull’onda del plateale successo di critica e di pubblico che le è stato tributato nel capoluogo salentino,grazie anche al sostegno di calorosi applausi, la nostra Yulia ha preso il coraggio a due mani per uscire di nuovo alla scoperto. In che modo? Con una personale di pittura che avrà luogo dal prossimo 20 maggio, ad Otranto, nel Castello Aragonese. Titolo della rassegna, che si terrà sino al 31 maggio, è «Il mio percorso creativo» nel quale l’artista delle steppe darà ancora una prova della sua effervescente fantasia creativa che le ha consentito di esibirsi in un «aplomb» tutto pugliese in cui colori e luce la fanno da mattatori, giocando a rimpiattino ora con i muri a secco che fanno da divisori tra un appezzamento e l’altro; ora con gli ulivi secolari disseminati quà e là nella suggestiva valle d’Itria definita l’ottava meraviglia del mondo tra le costruzioni coniche di antichi trulli e le » cummerse»di Locorotondo, il paese dalle cinque «O», ad un tiro di di schioppo da Martina Franca. Il Vernissage della rassegna — a cura di Enrico Gigante_ si terrà il 20 maggio, a partire dalle ore 17…………..
Estratto dell’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 30 aprile 2017 a firma del Critico d’arte Prof. Vinicio Coppola dal titolo:
«EXTERNA» PERFORMANCE ( realizza in diretta suggestivi murales ) DELLA PITTRICE NEGLI SPAZI DELLA FIERA NAZIONALE DEDICATA AGLI ARREDI ESTERNI
I «Murales» personalizzati firmati dalla russa Yulia Solod
Furore? E’ stato sempre il paese che non c’è della costa amalfitana. E infatti, a differenza di tutti gli altri suggestivi borghi che impreziosiscono l’Italia, non sfoggia la solita piazzetta attorno alla quale si sviluppa la ridda di casette che fanno da corollario a chiesa e municipio. Ed oggi, si è meritato un altro appellativo, quello di «paese dipinto». Perchè da qualche anno a settembre, si arricchisce di «murales» realizzati da artisti provenienti da ogni angolo del mondo, tutti impegnati nella pirandelliana gara dei «Muri in cerca d’autore». Insomma un museo all’aperto sul cucuzzolo della montagna di Agerola. E di murales — di questi dipinti giganteschi eseguiti sui muri esterni degli edifici — si sta parlando alla Fiera nazionale Externa, che si svolge a Lecce sino a domani. Fiera nella quale la pittrice russa Yulia Solod ha a disposizione un angolo di cinque metri per tre. L’obiettivo è di pubblicizzare questo tipo di arte, dando vita a murales «personalizzati» sempre dipinti a mano per interni ed esterni, che possono essere realizzati in dimore private ma anche in hotel, ristoranti, pub, piscine, scuole ed asili nido.
E così Yulia — che abbiamo ammirato, al suo esordio in Italia, in una mostra svoltasi qualche anno fa a Maglie — si cimenta in un’arte che, nata in Messico in relazione a temi socio-politici, si è poi diffusa puntando le sue «chances» sulla fantasia creativa degli artisti.
Una pittrice delle steppe, Yulia, che una volta approdata in Puglia, viene irretita dal sole e dai colori della terra tanto amata dall’imperatore svevo Federico II.
E così cambia registro e le sue opere cominciano a brillare di una solarità che fa presa su una messe di ammiratori, conquistati dalle accattivanti «performance» di una «dipintora» che spazia da omaggi al nostro Mario Sironi al manierista Arcimboldo. Per quest’ultimo si serve di assemblaggi di conchiglie, madrepore e sassolini raccolti lungo gli arenili, per dar vita a volti che, nella Praga del Seicento, mandavano in tilt l’imperatore Rodolfo II, tutto intento ad incrementare il suo «gabinetto delle meraviglie».
Davanti alla ridda delle sue esternazioni, la pittrice ammette apertamente le sue simpatie per quadri e ritratti, ma confessa, con estrema franchezza, che dipinge anche «murales», altra sua incontenibile passione, per i quali è scesa in lizza a Lecce.
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Северова Тамара Степановна, руководитель программы профессиональной переподготовки «Теория и методика преподавания изобразительного искусства и дизайна», заведующий кафедрой дизайна и медиатехнологий в искусстве Московского педагогического государственного университета г. Москва.
Юлия Валериевна – удивительно талантливый и яркий человек, неординарный художник. В любом коллективе она становится лидером, который увлекает людей своей энергией. С ней никогда не бывает скучно. В 2019 году Юлия Валериевна успешно освоила программу профессиональной переподготовки «Теория и методика преподавания изобразительного искусства и дизайна» в Московском педагогическом государственном университете. Темой ее дипломной работы стало учебное пособие «Художественная обработка кожи». Было собрано большое количество интересных материалов, на ура прошли практические занятия с учащимися Лицея МПГУ, а защита дипломного проекта превратилась в маленький спектакль. Группа слушателей, вдохновляемая Юлией Валериевной, после окончания обучения по программе стала группой единомышленников. Не случайно многие из них побывали на ее персональной выставке в Арт-центре EXPOSED в феврале 2020 года.